Milano-Sanremo 2018, Sagan: “L’importante è vincere, ma io preferisco fare lo show. Poi si vedrà, forse dovrei essere più furbo”
Peter Sagan subito con lo sguardo alla Milano – Sanremo 2018. Non appena conclusa la Tirreno – Adriatico, per lo slovacco arriva il primo grande appuntamento stagionale, quella corsa che sembra ideale per le sue caratteristiche, ma che invece sinora gli è sempre sfuggita. Due secondi posti beffa (2013 e 2017) restano i migliori risultati del capitano di una Bora – hansgrohe “sicuramente più forte” in una corsa che ormai conosce molto bene, considerando anche che non abita lontano da queste parti e “una paio di volte l’anno” viene ad allenarsi su queste strade, affrontando Poggio e Cipressa.
Tre volte iridato, capace di fare la differenza con il suo scatto l’anno scorso, ormai è abituato a sentire la pressione della sua condizione, per cui per lui “non c’è pressione aggiuntiva”. Un modo per scaricarla è anche ribadire ancora una volta di non avere obiettivi precisi durante la primavera, ma di voler sempre cercare di fare bene, magari provando anche a fare la sua corsa. A quel punto “non importa qualche classica vinco, l’importante è riuscire a vincere” perché “la cosa più importante è divertirsi e stare bene”. I risultati poi arriveranno. Sabato 17 marzo sarà dunque solo il primo episodio della sua stagione…
Quale pensi sia il modo per vincere la Sanremo?
Non so quale sia il segreto per vincere la Sanremo, perché sinora non l’ho mai vinta (sorride, ndr). Non so bene come posso fare, forse potrò cercare di essere più furbo sul Poggio, ma lo deciderò in quel momento, quando mi ci trovo, non certo adesso.
Quest’anno hai più compagni su cui contare…
Sicuramente ho una squadra più forte, ma molto dipende da come andrà la corsa. Dipende sempre anche dalla sfortuna, dal clima e da tanti altri fattori. Sono molte le cose che entrano in gioco in questi casi.
Come ti piacerebbe vincere, quale è lo scenario da sogno per te?
L’importante è vincere. Come non importa… (esita, ndr) sicuramente l’importante vincere.
Hai imparato qualcosa dall’anno scorso?
L’anno scorso è andata come è andata. Cosa ho imparato? Sono felice di quel che ho fatto, ma nel finale ho fatto qualche errore che poi ho pagato all’arrivo. Vedremo come andrà quest’anno, ogni corsa è diversa.
Cosa pensi del finale dello scorso anno?
Se si analizza come Kwiatkowski ha vinto lo scorso anno, se dovessi vincere come lui non sarei contento. Non è stato molto fair play, così possiamo dire che è facile… Ma non ce l’ho con lui, siamo tutti diversi, con la propria personalità. Così è la vita, per questo è bella, perché siamo tutti diversi. Personalmente, preferisco fare lo show per il pubblico, poi si vede come va. A quel punto non importa se vinci o perdi.
Pensi che tutti correranno alla tua ruota?
Dipende da cosa vuoi fare, se hai le gambe e che tattica potrai fare. Lo puoi sapere solo al momento. Se non hai le gambe, necessariamente non attacchi. Quest’anno sicuramente ho una squadra più forte. Anche con la QuickStep-Floors che ha perso Gaviria ora dovranno preparare qualcosa di diverso, ma non so come le cose cambieranno. Potrebbe essere diverso, ma la corsa si decide negli ultimi 5 chilometri. Potrà dipendere anche dalla sfortuna, con cadute e forature, quindi quando sei nel finale devi valutare in base a chi c’è.
Saltare le prime classiche del fine settimana di apertura in Belgio per te era modo di ritardare il picco di forma?
Questo era l’obiettivo, ora vedremo come andranno le cose. Sicuramente, ora sono un po’ indietro di forma rispetto allo scorso anno. Le corse che non ho fatto quest’anno rispetto a dodici mesi fa fanno sì che sia un po’ indietro di condizione, ma questo non è un problema.
Cosa pensi della presenza di Kittel, pensi che possa vincere e cosa cambia per te, pensi di potertela giocare in volata con i grandi velocisti?
Tutto è possibile, dipende come giochi le tue carte. Non è una volata normale, ma dopo 300 chilometri tutto è diverso.
Cosa pensi della Milano – Sanremo?
Milano – Sanremo per me è il vero inizio della stagione, quando parte la stagione delle classiche. È una corsa molto bella, che finisce vicino casa e il ritorno è veloce (ride, ndr). Il primo anno che ho visto questa corsa era nel 2011, mi ricordo che ho pensato come fosse possibile fare 300 chilometri. Ma in fin dei conti si può fare, anche se chiaramente la lunghezza la rende molto diversa dalle altre corse. Come Fiandre e Sanremo sono diverse, anche questa è una corsa diversa. Sono cresciuto in Italia per cinque anni. Penso che sia la corsa italiana più importante, insieme al Lombardia. Sicuramente è una grandissima corsa.
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Peter sei super, oltre agli Italiani io e la zia Elisa (82 anni) tifiamo sempre per te!